Vangelo di oggi

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Pubblicato Martedì, 16 Aprile 2013 09:26
Scritto da Super User
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26 settembre - Mt 19,3-12

Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all'inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un'altra, commette adulterio». 1 0Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11 Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12 Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. 

Il quarto lungo discorso di Gesù (il discorso ecclesiale) si conclude come gli altri con il verbo terminare. A questo punto Gesù sposta la sua attività dalla Galilea alla Giudea. Egli si sta avvicinando all’ora e al luogo della sua morte.  Attraversando il Giordano dalla parte della Perea (a oriente), Gesù evita di passare dalla Samaria per arrivare a Gerusalemme.

Molta gente lo seguì e là egli li guarì.

Il verbo seguire è proprio quello del discepolo, queste persone si mettono alla sua sequela e vengono guarite dalle loro malattie.

Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». 

Matteo pone l’accento più che sul divorzio sui motivi che giustificano il divorzio. La questione era molto viva all’interno del giudaismo. Secondo Deuteronomio 24,1-4  l’uomo poteva dar corso al divorzio per mezzo di un documento consegnato alla moglie con lui la dichiarava libera di spostare un altro uomo e la mandava via di casa. Il motivo là indicato per il divorzio era “se avesse trovato in lei qualche cosa di vergognoso”. Nel primo secolo d.C. la scuola del rabbino Shammai era molto rigorista e riferiva questo “vergognoso” alla sfera sessuale. Al contrario la scuola di Hillel e di Rabbi Aqiba ammettevano cose di poco conto (anche il caso in cui la moglie rovinasse un piatto).

Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? 

Gesù non cade nella trappola, ma pone una contro-domanda, richiamandosi al testo della Genesi che esprime la complementarietà dei due sessi.  Egli presenta la volontà di Dio al momento della creazione. Combina due citazioni: Gn 1,27 Dio li fece maschio e femmina,  e Gn 2,24 ha voluto che fossero una sola carne. Matteo aggiunge e si unirà a sua moglie, che rafforza l’idea dell’indissolubilità.  L’uomo e la donna sono due esseri incompleti che tendono naturalmente all’unione sponsale. Tale esigenza è talmente profonda da superare il legame di sangue.

Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 

L’uomo e la donna formano quindi una nuova realtà. Ogni cosa che si oppone a questa unità costituisce un vero attentato al progetto creativo di Dio. L’uomo che potrebbe dividere ciò che Dio ha congiunto è il marito, non una terza persona come sarebbe un giudice. Nel giudaismo il matrimonio era un contratto che poteva essere annullato solo dal contraente maschio.

Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all'inizio però non fu così. 

I farisei interpretano Dt 24,1 come un comandamento vincolante, mentre Gesù lo intende come una semplice deroga concessa per la durezza del cuore degli uomini. Gesù contrappone questa concessione al piano originale di Dio per l’uomo e per la donna espresso nella storia della creazione.

Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un'altra, commette adulterio».

L’unione illegittima (porneia) può riguardare una condotta sessuale inammissibile da parte della donna (adulterio o prostituzione) oppure il matrimonio vietato poiché contratto entro un certo grado di parentela (cf. Lv 18,6.18). Marco 10,12 prevede anche l’iniziativa della donna nello sciogliere il matrimonio, ma si tratta di un adattamento alla legge romana (più adatto al pubblico di Marco e non di Matteo). Essendo il matrimonio indissolubile, chi sposa un’altra donna commette adulterio, perché la nuova convivenza si oppone alla volontà creatrice di Dio.

10 Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 

L’osservazione dei discepoli sembra essere fuori luogo, come se l’attrattiva del matrimonio dipendesse dalla facilità di poter divorziare. In realtà ha la funzione letteraria di preparare al “detto sugli eunuchi” del v. 12.

11 Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 

Qualche studioso sostiene che Gesù con questo detto difenda la sua scelta celibataria, per la quale era deriso e biasimato dagli avversari. In effetti nel popolo di Israele il matrimonio era considerato un obbligo per tutti, poiché ogni pio israelita sperava di partecipare al giorno della venuta del Messia almeno attraverso la propria discendenza. Gesù si aggancia all’argomento del divorzio per dare un insegnamento sull’importanza del celibato in vista del regno. Egli non sminuisce la chiamata alla vita matrimoniale, ma illumina i rapporti reciproci delle due condizioni di vita.

12 Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

La terza categoria degli eunuchi è quella che presenta la giusta motivazione per il celibato: la dedizione al regno dei cieli. L’ebraismo non ammetteva la castrazione, per nessun motivo (cf. Dt 23,2). Il carattere inconsueto di questo insegnamento è sottolineato dall’osservazione conclusiva: chi può capire capisca, la quale però si ricollega al non tutti capiscono del v. 11.

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