crocifisso miracoloso 

 

Pubblichiamo la testimonianza di una monaca di Matris Domini, sr. Maria Luigia Agostina Trabattoni, scritta nel 1874 a riguardo del crocifisso di Matris Domini.

NARRAZIONE DEL QUI NOSTRO CROCIFISSO MIRACOLOSO

 Io sottoscritta certifico che molte e varie persone, dal venerare e pregare quest’immagine di Gesù, hanno ottenuto grazie grandi e straordinarie d'ogni sorta, d'anima e di corpo, conversioni di peccatori ed altre grazie secondo i bisogni. - Noi  Domenicane, in questo Monastero Matris Domini abbiamo avuto delle prove evidenti che questo Crocifisso è miracoloso, come miracolosa fu la sua origine; ed ora vengo alla dichiarazione:

 La Suor Maria Luigia Marchiondi, che al secolo Sig.ra Teresa, fece sempre fin che visse la direttrice della qui nostra educazione e ci narra la cosa certo accaduta sotto i suoi  occhi e diceva così:

“Una povera donna, terziaria di S. Gaetano, viveva  di sola  elemosina perché povera .- Andava per le contrade di questa città di Bergamo, ed a questa povera le facevano la carità senza che essa la chiedesse, sapendo tutti che le Gaetine hanno una proibizione nelle loro regole di chiedere, ma debbono stare alla Divina Provvidenza ed il Signore sempre le soccorre. – Entrando un giorno in una bottega dei nostri Borghi, dove vendevano dei Crocefissi di legno, questa povera e devota donna da lungo tempo desiderava avere un Crocefisso Spirante, ma non potendo chiedere e non avendo denari, che fa?.... guarda i crocefissi e non parla, gli uomini della bottega la discacciano con mali modi perché povera, ed essa sortendo dalla bottega piange. Appena sortita le si fa innanzi un Signor d'aspetto venerando, con un mantello che lo copriva, e si fa incontro e l'interroga... perché piangi o buona donna?...., e lei si sente  di manifestare il suo desiderio: piango perché impossibilitata di effettuare quanto da lungo tempo bramavo, cioè un Crocefisso Spirante!… L’incognito Signore apre il suo mantello che lo copre e mostra alla donna un Crocefisso come appunto essa desiderava. - Prendete, le dice l’incognito Signore, ed in un subito come un lampo scompare ai suoi occhi. – Frettolosa la donna entra nella bottega e manifesta l’evento. – Tutti stupiti accorrono di qua e di là della contrada, ma non vedono nessuno e non sanno neppure immaginarsi chi possa essere. – La donna contenta va alla sua povera casuccia, mette in decente luogo il Crocefisso e lo venera a adora con grande consolazione dell’anima sua. – Sparsa la voce varie persone le danno elemosine per onorare il Crocefisso con accendere candele e lampada, con che viene anche soccorsa essa. – Continua così questa donna per anni, ma ridotta finalmente al termine di sua vita, stesa sul suo lettuccio, pensava tra sé a chi doveva lasciare il suo tesoro. – Si sente in cuore di darlo alla famiglia dei Signori Marchiondi, la quale famiglia distintissima per virtù d’ogni sorta e pietà grandi e molto caritatevole, che la detta donna fu sempre soccorsa da questa famiglia in tutto il tempo che si era trovata in miseria.- Non tanto lungi dalla casuccia della donna, cioè in Borgo Pignolo, stavano i Signori Marchiondi.- La donna chiama il Signor Paolo Marchiondi e gli consegna il Crocefisso e di poi muore in pace.- Dopo la mancanza degli individui di questa famiglia Marchiondi, rimasto solo il Signor Paolo e la sua sorella signora Teresa, la quale vuole provare per monacarsi nel Convento di Rossate (che in quei tempi esisteva e ci non è più) ma nella prova non riuscendo sortì e dopo unitamente al fratello Paolo eressero nella propria casa un'educazione di fanciulle, la quale fiorì tanto che concorsero molte famiglie onoratissime, ed anche nobili persone si pregiavano di mettere le loro figlie in detta Accademia sicure d'essere bene educate.-  La Signora Teresa che si fece monaca qui Domenicana e si assunse il nome di Suor Maria Luigia, ne fu sempre la Direttrice.-  Donna di grande virtù ed adattissima per educare fanciulle, la quale diresse sempre nella propria casa l'educazione e così continuò ad essere la Madre Direttrice di questo monastero del Matris Domini fin che visse. Il Signor Paolo Marchiondi, suo fratello, per comodità dell'educandato si era procurato da Roma la licenza di tenere nella propria casa la Chiesina con il SS. Sacramento, ed il Crocefisso miracoloso che la donna gli aveva donato voleva collocarlo sul Tabernacolo della detta Chiesina, ma avendo la Croce un po' lunga, chiede un falegname per accomodarlo come si conviene; questo falegname aveva una mano inferma, per non so che male, prende il Crocefisso per tagliare un po' la Croce e nel mettere mano all'opera in un subito sente per miracolo risanata l'altra mano.-  Il Signor Paolo Marchiondi prende con grande devozione il detto Crocefisso, lo ripone sul tabernacolo della Chiesina e ve lo tiene fino all'anno 1834.- Quando in detto anno successe per opera ed impegno del Signor Marchiondi la represtinazione del nostro Monastero, che erano sortite le Madri Domenicane state soppresse da Napoleone.-  Il Signor Paolo  Marchiondi si portò a Vienna dall'imperatore d'Austria ed ottenne il Decreto, ad istanza d'un incognito personaggio vestito da gesuita, che fece supplica all’Imperatore (questo si crede essere S. Luigi Gonzaga mandato dalla nostra Marchiondi Direttrice)- Fu la Marchiondi una donna di santa semplicità e di fede viva, parlava coi Santi come se veduti li avesse e così disse al suo fratello Paolo: non lo sai tu  ch'io ho mandato a Vienna S. Luigi  Gonzaga!… Adunque nell'anno 1834 si riaperse ancora questo Convento, entrando le Monache soppresse, ed il Signore Marchiondi con sua sorella Direttrice condusse pure tutta l’educazione di fanciulle, le quali erano un buon numero.- Portarono in più il Crocefisso Miracoloso che fu collocato in un Chiesino appositamente fatto per l’educazione, dove si trova presentemente ancora, io attesto di vederlo ed adorarlo e sono 40 anni che esso è qui in questo Monastero.- Entrate che furono tutte, trovarono il Convento in malo modo, perché i militari per  tre anni lo avevo abitato e perciò sembrava una caserma.- Il Signor Paolo  si diede premura per farlo restaurare, come   si conviene ad un Convento di Monache, preparando  anche l'abitazione per l’accademia la quale prima  non vi era e così fu tutto in  ordine nel 1835, al 6 d'Agosto  si fece una grande festa con  l'intervento di Monsignor Vescovo  ed i Primati della Città misero ancora la clausura al Monastero, rinnovarono i loro voti le Reverende Madri vecchie, che con giubilo ritornarono  nel loro convento.-

La scrivente attesta che di tutto quello che ha scritto, molto ha veduto con i  propri occhi ed altre  cose le ha sapute dalla sig.ra Marchiondi, la  quale era donna  molto veritiera.  Tutto sia  alla maggior gloria di Dio.-

Sia lodato Gesù Cristo e Maria Immacolata, S. Giuseppe ed il nostro S. Domenico.

 

Suor Luigia Agostina Trabattoni

Indegnissima figlia di S. Domenico

 Scritto nel mese di marzo il giorno 6 – anno 1874   

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